Situata sulla collina di San Michele in Bosco, Villa Aldini è una delle più sontuose residenze nobiliari del periodo neoclassico a Bologna. Edificata tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo per volere del conte Antonio Aldini, costituisce uno degli esempi più significativi di villa suburbana dell'architettura bolognese di quel periodo.
Leggenda vuole che la scelta di costruire la villa fosse stata influenzata dall'apprezzamento manifestato da Napoleone Bonaparte durante una visita in cima al colle, da cui rimase colpito dalla vista panoramica sulla città.
La villa sorge su progetto dell'architetto Gian Tomaso Morelli, chiamato dal conte Aldini a trasformare una preesistente casa colonica in una sfarzosa dimora nobiliare immersa nel verde. I lavori, protrattisi dal 1798 al 1810, diedero vita ad un complesso perfettamente integrato nel paesaggio collinare.
L'edificio principale presenta una facciata monumentale scandita da lesene ioniche e timpani triangolari, con influenze neoclassiche ed echi palladiani...
Villa Aldini fu inoltre scelta come location per numerose scene del discusso film "Salò o le 120 giornate di Sodoma" di Pier Paolo Pasolini. Ancora oggi il complesso è avvolto da un'aura di mistero legata a quel controverso set cinematografico.