Luigi Zamboni è stato uno dei primi martiri in nome dell'Unità d'Italia. Nato a Bologna nel 1772, fu uno studente di giurisprudenza all'Università di Bologna e un fervente sostenitore degli ideali di libertà e indipendenza.
Biografia
Luigi Zamboni nacque a Bologna il 12 ottobre 1772, da Giuseppe, commerciante di stoffe, e da Brigida Borghi. Studiò giurisprudenza all'Università di Bologna, dove si avvicinò agli ideali di libertà e indipendenza che si stavano diffondendo in Europa.
All'età di soli 17 anni, Luigi Zamboni aveva già acceso la fiamma ardente della sua vocazione politica. Questa fiamma era alimentata da volantinaggi spericolati, pieni di errori ortografici, ma anche di una passione infuocata. Su uno dei suoi manifesti si poteva leggere: "Fidi patrioti! Siete invitati a radunarvi nella Montagnola a metà quaresima alle 13:00, armati per difendere e sostenere i diritti antichi della Patria e la libertà. Spirito e coraggio." Inizialmente, nessun bolognese rispose a questo appello, ma il legato pontificio iniziò a sorvegliare attentamente questo potenziale agitatore, temendo che Bologna potesse diventare un luogo di fermento filo-giacobino a causa delle crescenti tensioni legate alla politica fiscale papalina.
Tuttavia, Zamboni non era certo il tipo che si lasciava intimidire facilmente. Le prove generali del suo piano rivoluzionario lo portarono in viaggi a Marsiglia, in Corsica e in Sardegna, dove dichiarò San Pietro un'“Isola della Libertà”, istituendo un governo provvisorio con nuove regole per la pubblica amministrazione, ispirate alla Francia rivoluzionaria. Ma il suo obiettivo principale rimaneva quello di liberare Roma. Imbarcatosi alla volta della capitale, Zamboni fu incaricato dai suoi compagni di lotta di infiltrarsi nella guardia pontificia sotto falso nome, allo scopo di scoprire tutti i segreti militari del nemico. Il suo pseudonimo era Luigi Rinaldi, e mantenne questa identità segreta fino al momento della sua cattura. Zamboni, alias Rinaldi, fece ritorno a Bologna nel 1794, sostenuto dall'amicizia di un altro studente, il piemontese Giovanni Battista De Rolandis, che sarebbe rimasto al suo fianco fino alla fine. Nello stesso anno, Zamboni e un gruppo di studenti universitari fondarono una società segreta chiamata "La congiura dei patrioti bolognesi". L'obiettivo della società era quello di liberare Bologna dal dominio pontificio e creare una repubblica indipendente.
Il loro piano poteva sembrare ingenuo: un gruppo di trenta giovani poco armati aveva l'intenzione di irrompere nel Palazzo del Governo, sequestrare il cardinale legato, eliminare la sua guardia, suonare le campane e proclamare la liberazione di Bologna. Da qui, secondo il più ottimistico dei piani, sarebbe iniziata la liberazione dell'intera Italia. Il loro arsenale consisteva solo in otto archibugi, due pistole e quattro sciabole acquistate da un venditore ambulante di Montagnola. Le altre armi avrebbero dovuto essere conquistate sul campo, strappate alle guardie nemiche che speravano di abbattere durante l'attacco. Credendo fermamente nel successo della loro impresa, la zia e la madre di Zamboni prepararono persino le coccarde bianche e rosse, simbolo del comune di Bologna, mescolandole con il verde della speranza, creando così una sorta di bandiera italiana ante litteram.
Tuttavia, pochi giorni prima dell'attacco, un traditore denunciò il loro piano alle autorità. Prima che iniziassero i controlli diffusi in città, molti ribelli abbandonarono il gruppo. Zamboni e De Rolandis rimasero determinati a portare avanti il loro piano. L'unica opzione rimasta era la resa dei conti imminente. La sera del 13 novembre 1794, Zamboni radunò gli ultimi fedeli che poteva contare sulle dita di una mano: due falegnami, un vetturino, un mercante di bestiame e il suo devoto amico De Rolandis.
La sommossa del 13 novembre 1794
Il 13 novembre 1794, Zamboni e i suoi compagni tentarono di attuare il loro piano. Durante la notte, attaccarono il Palazzo Arcivescovile di Bologna, dove si trovava il legato pontificio. L'attacco fallì e Zamboni e i suoi compagni furono arrestati.
Il processo e la condanna a morte
Zamboni e i suoi compagni furono processati dal tribunale pontificio e condannati a morte. Zamboni fu giustiziato a Bologna il 16 novembre 1794, all'età di 22 anni.
L'importanza di Zamboni nella storia di Bologna
Luigi Zamboni è considerato uno dei primi martiri in nome dell'Unità d'Italia. La sua morte fu un evento di grande importanza per la storia di Bologna e per il Risorgimento italiano.
Zamboni e la bandiera italiana
Alcuni storici ritengono che Zamboni e il suo compagno Giovanni Battista De Rolandis siano stati gli ideatori della bandiera italiana. Secondo questa ipotesi, Zamboni e De Rolandis avrebbero scelto i colori verde, bianco e rosso per rappresentare la speranza, la fede e la carità.
Conclusione
Luigi Zamboni è una figura importante nella storia di Bologna e del Risorgimento italiano. La sua morte è un simbolo della lotta per la libertà e l'indipendenza dell'Italia.
Tornati a casa senza riuscire a convincere nessun cittadino ad unirsi a loro, furono costretti a rifugiarsi sull'Appennino. Ma i gendarmi pontifici, che li stavano cercando da tempo, li trovarono quasi subito. Zamboni e De Rolandis furono arrestati e attesero in prigione il loro processo. Luigi Zamboni decise di anticipare la sentenza del giudice e si tolse la vita da solo. De Rolandis, invece, fu difeso da Antonio Aldini, noto come l'"avvocato dei poveri", specializzato in cause apparentemente impossibili, ma non riuscì a evitare la condanna a morte per impiccagione, eseguita nella Montagnola nel 1796. Questi primi rivoluzionari erano idealisti, ma forse troppo ingenui e poco pragmatici. Le vere rivoluzioni dovevano ancora aspettare.